martedì 30 ottobre 2018

[ATTUALITA'] OMOFOBIA, LA STORIA DI AHMET YILDIZ

Ahmet Yildiz
Ahmet Yildiz(1982-2008)

Ahmet Yildiz è un ragazzo come tanti, in una Turchia con le sue mille dissonanze e contraddizioni, in una Turchia tanto aperta al mondo quanto chiusa al suo interno, in una Turchia tanto progressista quanto retrograda, Ahmet Yildiz è un ragazzo a cui piacciono altri ragazzi e che si batte attivamente per il riconoscimento dei diritti lgbt nel suo paese, ma ciò la sua famiglia non lo accetta.

Ahmet nasce infatti in una famiglia curda benestante e molto conservatrice che non tollera minimamente ciò che è diverso dalla tradizione, vive i suoi primi anni a Sanliurfa (o semplicemente Urfa), una cittadina dell'Anatolia sud orientale, ma ad Ahmet questa realtà sta stretta, lui vuole studiare, imparare, partecipare alla vita attiva del suo paese, lottare per rendere la Turchia un posto più libero, sotto ogni aspetto.

Una volta giunto ad Istanbul Ahmet entra in un associazione lgbt e si rende protagonista diretto di manifestazioni, proteste e lotte volte ad un miglioramento dei diritti degli omosessuali in una paese fortemente islamico e tradizionalista come la Turchia, e dovete sapere che ciò in una realtà come quella comporta l'avere tanti amici, ma molti più nemici, famiglia compresa, ed è proprio a causa della sua famiglia che Ahmet, in un giorno di Luglio come tanti, in una sera calda e afosa, venne raggiunto da quattro colpi di pistola, due dritti al petto che non lasciarono lui scampo alcuno, la vita di Ahmet finiva lì, quel giorno, su quel marciapiede del quartiere Uskudar di Istanbul, ucciso da quel padre che provava per lui un amore quasi perverso, tanto da rendere il "delitto d'onore" l'unica speranza di salvezza per quel figlio che in cuor suo sapeva fosse diverso ma di cui non ne aveva mai accettato l'idea, fino a quando non fu Ahmet stesso a dire apertamente alla sua famiglia della sua omosessualità, di ciò che era e voleva essere, decretando così di fatto la sua condanna a morte.
Tuttavia Ahmet non è morto in quel 15 Luglio 2008, da quel giorno molti attivisti lgbt turchi e non solo sono stati spinti, in modo ancor più deciso, a lottare per i loro diritti e la loro dignità di esseri umani, molto spesso calpestata.

Dovete sapere ad esempio che in Turchia è presente la leva obbligatoria e che dichiararsi gay ne permette l'esenzione, ma ad un prezzo molto alto, bisogna infatti dimostrare la propria omosessualità consegnando alle autorità foto e video che lo testimoniano in modo inequivocabile, e talvolta subire torture e violenze, le autorità turche per questo motivo infatti sono in possesso della "più grande collezione pornografica gay del mondo", e ciò in un paese che, almeno fino a qualche anno fa, si dichiarava progressista e pronto per entrare in Europa è assolutamente inaccettabile.

Ho voluto parlare di lui al presente, come se fosse ancora qui, perchè Ahmet è e deve essere un simbolo per la lotta contro l'omofobia, non solo in Turchia o in paesi dove essere omosessuali è addirittura reato, ma in tutto il mondo! Anche in realtà dove apparentemente c'è più libertà si nasconde la derisione, lo scherno, la violenza e l'esclusione di persone che non fanno altro che amare un proprio simile, è per questo che Ahmet deve essere la nostra famiglia, il nostro simbolo, un faro! E non solo per la comunità gay, ma per chiunque riconosce libertà, democrazia e rispetto come valori fondanti del proprio essere.

#Ahmetismyfamily è l'hashtag che fu lanciato all'epoca per sensibilizzare il mondo su questo efferato omicidio, che ancora oggi purtroppo non vede colpevoli accertati per colpa di una giustizia turca lassista e menefreghista, ma che speriamo prima o poi faccia definitamente luce sulla vicenda.

Da questa orribile storia è stato tratto un meraviglioso film dal nome "Zenne Dancer"(Disponibile su Netflix) che racconta passo passo la vita di Ahmet, dei suoi amici e della realtà turca di qualche anno fa, ma ancora oggi terribilmente attuale, se non peggiorata.

Spero che questo articolo sensibilizzi voi lettori sul tema dell'omofobia e che la terribile storia di Ahmet possa invogliare noi tutti a vivere più in pace con il mondo, senza congetture o ideali che ostacolino la libertà di ognuno, per qualsiasi cosa che siamo o che vogliamo essere...


ahmet yildiz
Manifestanti che durante un Pride chiedono giustizia per Ahmet



venerdì 26 ottobre 2018

[X FACTOR] PRIMO LIVE, OPINIONI, GIUDIZI E CLASSIFICA

X Factor Italia
Il logo di X Factor

X Factor ha finalmente rotto il ghiaccio, ieri infatti si è cominciato a fare sul serio con il PRIMO LIVE SHOW di quest'edizione 2018, prima di andare ad analizzare la serata però riepiloghiamo la composizione delle quattro squadre, Under uomini, Under donne, Over e Gruppi:

(Immagini prese da Xfactor.sky.it)

UNDER UOMINI (Giudice: Mara Maionchi)



EMANUELE BERTELLI
ANASTASIO


                                                       

 EMANUELE                                                                                                                    LEO
BERTELLI                                                                                                                       GASSMANN


UNDER DONNE (Giudice: Manuel Agnelli)



SHEROL DOS SANTOS




                                                    
LUNA MELIS                                                                                                      MARTINA ATTILI

OVER (Giudice: Fedez)



  NAOMI                                       





RENZA                                                                                                                           MATTEO
CASTELLI                                                                                                                     COSTANZO

                                 
                GRUPPI (Giudice: Lodo Guenzi)                                                                                                              
   SEVESO CASINO PALACE
                           BOWLAND
         



RED BRICKS FOUNDATION           


PRIMO LIVE  

PRIMA MANCHE


A debuttare sul palco di X Factor 2018 sono i SEVESO CASINO PALACE con il brano "Giovane Fuoriclasse", una performance sporca, torbida ed energica che comunque convince giudici e pubblico da casa, VOTO 6.

Segue il belloccio di questa edizione, stiamo parlando ovviamente di LEO GASSMANN, con il brano "Broken Strings" incanta tutti con la sua voce precisa, melodica e graffiante, seppur ancora priva di quella verve emozionale necessaria per un cantante che vuole avere successo, tuttavia prestazione che gli permette di ottenere agevolmente la sufficienza, VOTO 6.

E' poi il turno dell'energica sedicenne LUNA MELIS, scatena l'arena con "E.T." di Katy Perry, seppur con una performance non del tutto convincente ed un pò scarica, sicuramente le sue potenzialità sono di gran lunga maggiori, VOTO 6,5.

Per quarta si esibisce RENZA CASTELLI, da molti considerata l'anello debole del gruppo e vittima sacrificale di questo primo live, ed invece sorprende tutti con un esibizione dolce, vellutata,poetica, oserei definir sublime di "Raggamuffin", inaspettatamente. VOTO 7,5.

Un altro gruppo sale poi sul palco di X Factor 2018, sono i RED BRICKS FOUNDATION con "New Rules", un esibizione che sinceramente non ho molto apprezzato, eccessivamente svociata e confusionaria, va bene essere punk, ma un minimo d'intonazione è comunque necessario, VOTO 5.

Ed infine a chiudere la prima manche il "cavallo pazzo" ANASTASIO che con il suo pseudo rap, fin dalle auditions ha incantato il pubblico, stasera si esibisce con una sua rivisitazione del brano di Ivano Fossati "C'è tempo", prestazione forse un pò più debole rispetto alle altre viste fino ad ora, da lui ci si aspetta sicuramente molto di più, sinceramente l'ho trovato abbastanza scarico, tuttavia la sufficienza non è in discussione, VOTO 6.

La prima manche condanna giustamente i RED BRICKS FOUNDATION al ballottaggio.


SECONDA MANCHE

A scendere per prima sul palco per la seconda manche è NAOMI, e lo fa con un gran cavallo di battaglia per chi come lei ha una voce da urlo, si tratta di "Love on top" di Beyoncè, un esibizione che convince sicuramente ma non del tutto, da lei ci si aspettano sicuramente grandi cose, VOTO 7.

Spazio ora agli "incantatori di Persia" dei BOWLAND che con il loro chillout stanno ammaliando fin dalle auditions, e stasera non sono stati certo da meno con una particolarissima versione di "Sweet dreams(Are made of this)", l'unico pericolo per il gruppo persiano è di rendere, alla lunga, tutto troppo simile, ma fino ad oggi son riusciti sempre a presentarsi in modo originale, pur rimanendo nel proprio mondo ovviamente, i migliori fino ad ora, VOTO 8.

Ed ecco ora colei che da molti è considerata la potenziale vincitrice di quest'edizione, SHEROL DOS SANTOS ha sicuramente un potenziale vocale ed emotivo enorme, ma con "Can't Feel my face" di The Weekend risulta tirata, un pò come un motore da cinquecento cavalli appositamente limitato per camminare su strada, speriamo che nelle prossime puntate Manuel Agnelli decida di liberare tutta la potenza che Sherol può sprigionare, voto comunque alto, 7,5.

Tocca ora al "gigante bambino", EMANUELE BERTELLI ha 16 anni, ma una voce ed una stazza da uomo navigato, la sua "Impossible" di James Arthur però è assai piatta, standardizzata, scandita, quasi cantilenante, priva di personalità e carattere, vocalmente impeccabile ma senza quel tocco personale che l'avrebbe resa unica, VOTO 7.

Ed ecco MATTEO COSTANZO, che dopo anni di dietro le quinte lavorando per molti cantanti famosi ha deciso di mettersi in proprio, il suo mashup è notevole e mostra sia le sue qualità di produttore, sia la sua varietà vocale, un esibizione che mi ha piacevolmente sorpreso, VOTO 8,5.

Ed infine MARTINA ATTILI, tanto strana quanto talentuosa, con "Castle in the snow" di Kadebostany esegue un interpretazione sublime, ricca di personalità, teatralità  e molto personale, direi semplicemente incantevole, VOTO 9.

Nella seconda manche, davvero di livello elevato, il meno votato risulta MATTEO COSTANZO.

E' il momento del ballottaggio quindi, tra i Red Bricks Foundations e Matteo Costanzo, i giudici condannano quest'ultimo all'eliminazione, con il solo Fedez a salvare ovviamente il suo concorrente.

Scelta sicuramente discutibile vista la prestazione tutt'altro che soddisfacente da parte del gruppo romano, voglia di dare loro un'altra occasione?oppure strategia da parte dei giudici volta a far rimanere in gara concorrenti meno "scomodi"? Personalmente propendo per la seconda ipotesi, che più che tale definirei praticamente certezza.

Per concludere l'analisi di questo primo live, ecco la classifica:

Si tratta di una classifica del tutto personale, e che vedrà, puntata dopo puntata continui aggiornamenti.

1. MARTINA ATTILI   9

2. MATTEO COSTANZO   8,5 (ELIMINATO)

3. BOWLAND   8

4. RENZA CASTELLI   7,5

4. SHEROL DOS SANTOS   7,5

6. NAOMI   7

6. EMANUELE BERTELLI   7

8. LUNA MELIS   6,5

9. SEVESO CASINO PALACE   6

10. LEO GASSMANN   6

11. ANASTASIO   6

12. RED BRICKS FOUNDATION   5

L'appuntamento è quindi per giovedì prossimo con il secondo live di X Factor 2018, qui sul blog ci ritroviamo quindi Venerdì con l'analisi ed i giudizi, non che con la classifica aggiornata.

E voi?siete d'accordo con i miei giudizi?Commentate pure questo post e mettete mi piace sulla mia pagina facebook.

lunedì 8 ottobre 2018

[POLITICA] BRASILE, BOLSONARO VINCE IL PRIMO TURNO, CHI E' COSTUI?

Bolsonaro
Jair Bolsonaro, vincitore del primo turno delle presidenziali
brasiliane(Foto:Corriere)

Jair Bolsonaro, candidato del Partito Social-Liberale, ha vinto (oltre ogni aspettativa) il primo turno delle elezioni presidenziali brasiliane ottenendo il 46,03% dei consensi (andando molto vicino a quel 50% che avrebbe consentito lui di vincere al primo turno), il suo avversario principale Fernando Haddad (del Partito dei Lavoratori, il partito dei presidenti uscenti Lula e Roussef) si è fermato al 29,27% accedendo comunque al secondo turno che si terrà domenica 28 Ottobre.

MA CHI E' JAIR BOLSONARO E QUAL E' LA SUA POLITICA?

Fare un disegno positivo delle idee e della personalità di Bolsonaro risulta assai difficile, a prescindere da quali idee politiche abbia ognuno di noi, dovete sapere che qui non centra avere idee di destra o di sinistra, ma semplicemente scegliere se stare dalla parte della democrazia o dalla parte dell'anarchia più totale, o meglio di una dittatura sotto mentite spoglie.

In Brasile la dittatura è crollata nel 1985, ma Bolsonaro si definisce tranquillamente un nostalgico del regime, non nasconde il proprio anti femminismo ne tanto meno la propria omofobia, e non parrebbe apprezzare la mescolanza multi etnica che da sempre caratterizza il paese del sud America, le sue numerose dichiarazioni in tal senso lo descrivono da se in frasi come:

"Non meriteresti di essere stuprata, sei troppo brutta" dichiarò in una seduta del Senato verso una senatrice;

"Non sarei capace di amare un figlio gay, piuttosto preferirei che morisse in un incidente stradale" ha affermato ancora.

Infine è sotto indagine per razzismo contro la comunità afro brasiliana;

Si definisce inoltre anti abortista e pronto ad abolire ogni diritto concesso nei confronti degli omosessuali, ciò ha attirato su di se l'incondizionato consenso degli ultra cattolici conservatori che rappresentano un quarto del paese (che in una nazione popolosa come il Brasile è davvero molto),  inoltre è favorevole alla libera circolazione delle armi per autodifesa ed in campagna elettorale ha dichiarato che promuoverà la concessione alle forze armate di poter uccidere qualunque malvivente o sospetto tale senza restrizioni di sorta.

Ben comprenderete di come in un paese dove la legalità è già ai minimi storici (lo scorso anno si sono registrati più di 63000 omicidi) e dove l'omofobia è un problema molto serio (migliaia gli omosessuali torturati e uccisi negli ultimi anni) e che solo nelle ultime legislature hanno trovato asilo e sostegno da parte dello Stato con leggi che li tutelassero, è palese come la vittoria di Bolsonaro sarebbe un compiere moltissimi passi indietro in quel cammino di democrazia che il Brasile con estrema fatica ha provato a percorrere dal 1985 ad oggi.

IL SOSTEGNO DEL GOVERNO ITALIANO A BOLSONARO

Oggi su Twitter il Ministro dell'Interno Matteo Salvini esulta per la vittoria di Bolsonaro in Brasile affermando:


Anche il Ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana ha tuonato:


Insomma il governo italiano esulta per l'affermazione di Bolsonaro, che per idee e frangia politica si avvicina molto al fronte leghista, un'ascesa dell'ultradestra che a livello mondiale preoccupa e non poco i sostenitori della democrazia, della libertà individuale e del rispetto della diversità e che invece, come si può notare, gasa gli ultra nazionalisti delle varie realtà mondiali.

I regimi di Al Sisi in Egitto, quello di Duterte nelle Filippine, Trump negli Usa, il fronte populista in Italia (seppur per ora in tono assai minore), tutti democraticamente eletti, rappresentano tutti notevoli campanelli d'allarme per la democrazia che fino ad oggi abbiamo imparato a conoscere, ed un eventuale e probabile trionfo di Bolsonaro in Brasile non farebbe altro che rinforzare questo fronte, fronte che potrebbe definitivamente prendere il sopravvento nelle prossime elezioni europee.

MA ALLORA PERCHE' BOLSONARO HA OTTENUTO QUESTO CONSENSO?

La situazione politica brasiliana versa ormai da anni in condizioni pietose, l'arresto per corruzione di Lula prima e la caduta del governo di Wilma Roussef poi, hanno generato un vuoto politico enorme ed una forte crisi identitaria nell'elettorato brasiliano, ciò ha provocato un ulteriore crisi politica, sociale e culturale nel paese sudamericano, vuoto che Bolsonaro è stato capace di colmare attraverso promesse elettorali roboanti e slogan che in fin dei conti rappresentano il credo e gli ideali della maggioranza dei brasiliani che hanno trovato in lui una nuova e rivoluzionaria affidabilità politica dopo anni di fallimenti.

Sicuramente l'attentato da lui subito (ricorderete l'accoltellamento durante uno dei suoi comizi pubblici) non ha fatto altro che rafforzare ulteriormente il consenso nei suoi confronti facendolo andare oltre ogni previsione e lanciandolo ormai quasi sicuramente alla Presidenza del Brasile, seguiremo cosa accadrà da qui al 28 Ottobre, giorno in cui scopriremo chi tra Bolsonaro e Haddad prenderà le redini del paese sudamericano, declinando in un senso o nell'altro i destini della politica locale, ma non solo.

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domenica 7 ottobre 2018

[POLITICA] KAVANAUGH E TRUMP, BINOMIO DI UNA VITTORIA POLITICA

Kavanaugh
Brett Kavanaugh, nuovo giudice della Corte Suprema Americana
(Foto di Andrew Harnik)

Ed eccoci qui, a parlare delle ultime novità politiche d'oltreoceano, alludo agli Stati Uniti ovviamente, nella fattispecie al caso Kavanaugh, l'ultimo che ha scosso la scena politica (e non solo) americana, ma facciamo il punto dall'inizio.

In questo articolo (clicca qui per rileggerlo) vi avevo già abbondantemente accennato dell'importanza strategica riguardante la nomina (da parte di Trump) di un giudice conservatore alla Corte Suprema, e bene ciò è avvenuto, ieri, con un voto al cardiopalma al Senato che ha visto la definitiva nomina di Brett Kavanaugh.

emily ratajkoviski
La modella Emily Ratajkovski durante
le manifestazioni di piazza
Ma dei risvolti politici di tale nomina ve ne parlerò dopo, prima bisogna far luce sulle polemiche che hanno preceduto la votazione nelle ultime settimane, dovete sapere che Kavanaugh poco dopo che Trump ha fatto il suo nome come candidato al posto vacante in Corte Suprema, è stato accusato di molestie sessualità da parte di almeno tre donne, in modo particolare al centro delle polemiche vi sono quelle relative ai tempi del liceo da parte di una sua ex compagna di classe (parliamo di...trenta anni fa?) che hanno scatenato nel mondo politico e sociale americano un putiferio abnorme, proteste, contestazioni ed un opposizione democratica all'attacco sono state all'ordine del giorno con l'arresto di decine di manifestanti (in particolare donne), tra cui la famosa modella Emily Ratajkovski(in foto), tale clamore ha portato ad un ritardo della votazione per la nomina di Kavanaugh e all'apertura di un'inchiesta dell'FBI per far luce sulle pesanti accuse rivolte al giudice conservatore.

MA PERCHE' QUESTE ACCUSE DOPO TANTO TEMPO?

Beh le ipotesi sono svariate, quella che balza subito in mente (e sostenuta da politici e simpatizzanti repubblicani) è di un complotto ordito dai Clinton per far pagare a Trump la famosa inchiesta delle mail a poche settimane dalle elezioni presidenziali di due anni fa, e mettere le ruote davanti al carro a Kavanaugh, che fu tra i giudici che parteciparono a l'inchiesta d'impeachment di Bill nel famoso caso Lewinski, i democratici respingono ovviamente ogni accusa, ma di certo se una donna decide di denunciare una molestia subita dopo trent'anni proprio mentre l'accusato sta per essere eletto ad un importante carica pubblica, beh capite bene di come i dubbi sovvengono, e come se sovvengono...fermo restando che ogni molestia, violenza e sevizia accertata va sempre aspramente condannata.

DICEVI CHE C'E' STATA UN'INCHIESTA DELL'FBI, A COSA HA PORTATO?

A poco o nulla, una settimana e poco più d'indagini non sono state sicuramente sufficienti per raccogliere prove e testimonianze, anche in luce che si tratta di un episodio relativo a più di trent'anni fa ed è quindi difficile andare a reperire informazioni attendibili al riguardo, rapporto dell'FBI giunto quindi in Senato piuttosto scarno e povero di accuse reali e tangibili che hanno convinto gli elettori ad avallare la nomina di Kavanaugh a giudice della Corte Suprema Americana, seppur di poco grazie al voto favorevole anche di un senatore democratico.

ED ORA CHE SUCCEDE?

Beh questo avvenimento rappresenta sicuramente una grande vittoria politica per Trump, in quanto con una corte suprema ad assoluta maggioranza conservatrice/repubblicana il tycoon può mettere in atto abbastanza agevolmente tutte quelle riforme etiche, sociali ed economiche che spesso proprio la Corte ha bloccato (vedi il Travel Ban ad esempio), riforme volte ad imporre la propria politica da qui ai prossimi anni rendendo ancor più complicato ogni tentativo di opposizione democratica, tuttavia decisive saranno le elezioni di mid-term (elezioni di metà mandato) che riformeranno in parte la composizione di Senato e Camera dei deputati, se da una parte i repubblicani puntano a rinforzare la maggioranza in Senato (che è stata decisiva per la nomina di Kavanaugh) dall'altra devono difendersi da un'ascesa democratica alla Camera, vittoria Dem che viceversa permetterebbe ai democratici di poter fare un pò più la voce grossa e mettere le uova nel paniere a Trump riguardo le riforme prima citate.

Trump e Repubblicani puntano ad un buon risultato elettorale grazie alla ripresa economica che sta caratterizzando gli ultimi mesi, con un tasso di disoccupazione al minimo storico e la classe media americana ancora fortemente legata agli ideali che il tycoon sta mettendo in pratica da quando è stato eletto Presidente (proprio grazie a loro), ovviamente seguirò da vicino le elezioni di medio termine in modo da tenervi aggiornati ed analizzare insieme quali potrebbero essere i risvolti politici che ne deriveranno, per cui non scappate e continuate a leggermi per provare a comprendere assieme le talvolta complicate vicende politiche che caratterizzano l'America di oggi.

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martedì 2 ottobre 2018

[SPORT] LA DISTRUZIONE DELL'ETICA NELLA FORMULA UNO

mercedes
Vaalteri Bottas e Lewis Hamilton sul podio a Sochi, Russia(Immagini Foxsports.com)

Oggi voglio affrontare un tema un pò nuovo per il mio blog, generalmente mi occupo di politica, la mia più grande passione, tuttavia mi piace sperimentare e analizzare parecchi argomenti, anche assai differenti tra loro, uno di questi è senz'altro lo sport, e oggi (come avrete intuito dall'immagine qui sopra) parleremo di Formula Uno, più specificamente di etica relativamente a ciò che è accaduto nell'ultimo Gran Premio di Russia, tenutosi a Sochi la scorsa domenica.

Bene, Lewis Hamilton, senz'altro il pilota più forte degli ultimi anni (e già detentore di quattro titoli mondiali) ha vinto il Gran Premio, e fin qui nulla di strano, il punto in questione è nel come lo ha fatto, andiamo ad analizzare nel dettaglio i fatti a questo punto:


Vaalteri Bottas (il suo compagno di squadra in Mercedes) è stato decisivo per far si che il pilota britannico trionfasse, come?lasciandosi superare per un palese ordine di scuderia (ha praticamente parcheggiato e si è fatto superare), dovete sapere che in formula uno i così detti "ordini di scuderia" non sono così rari, sono talvolta utilizzati tra compagni di squadra per avvantaggiare il proprio team durante un gran premio (è accaduto anche in Russia con il team Force India ad esempio in cui Esteban Ocon, che non riusciva a superare il pilota davanti a lui, ha lasciato che Sergio Perez, suo compagno di scuderia lo passasse per provare a superare a sua volta, e, senza riuscirci ha poi lasciato nuovamente la posizione al compagno per gli ultimi giri del gran premio), e fin qui nulla di strano...

Il punto dolente arriva quando ciò viene fatto alle spalle di qualcun altro, uno dei piloti della stessa scuderia ad esempio, o ai danni di un rivale, ed è questo ciò che è accaduto a Sochi la scorsa domenica, ora, non è ancora abbastanza chiaro se Bottas fosse al corrente della strategia interna Mercedes di far si che Hamilton (qualora ne avesse avuto la possibilità) vincesse il gran premio nel caso si fosse trovato in seconda posizione dietro di lui, a giudicare da ciò che il patron della Mercedes Toto Wolff ha dichiarato parrebbe di no, in quanto ha affermato che tale strategia (a malincuore dice...) sia stata già concordata prima della gara, ma poi messa in pratica in modo differente per via di alcuni problemi alle gomme per Lewis Hamilton che hanno convinto loro a correre ai ripari mettendo fra lui e Vettel il finlandese (Bottas), che di fatto dopo aver ceduto la posizione al compagno confidava che la leadership del gran premio venisse lui resa negli ultimi giri, cosa che non è stata fatta per i problemi alle gomme del compagno sopracitate, peccato che a fine gara lo stesso Bottas sia andato a scrutare i pneumatici del compagno di scuderia per verificare personalmente se il problema ci fosse davvero o meno, segno che, a sua insaputa hanno messo nel sacco anche lui, un vero e proprio vilipendio alla sua dignità di persona in primis e pilota poi.

Ora che sia chiara una cosa, le speranze di vittoria del mondiale di Vettel erano già al minimo ancor prima del gran premio di Russia, e sia chiaro anche, come dichiarato in apertura, che Hamilton ha dimostrato di gran lunga di essere il miglior pilota di Formula Uno in circolazione, non che il migliore di questa stagione, questo per dimostrarvi che la mia non è una visione pro Ferrari e contro Mercedes, avrei detto la stessa cosa se fosse accaduta al contrario, precisato ciò, a maggior ragione era davvero necessaria questa "sceneggiata" che ha deluso migliaia di spettatori amanti di questo sport? C'è chi paga per assistere alle battaglie in pista e non certo a queste pagliacciate costruite ad arte per favorire un pilota piuttosto che un altro.

C'è da sottolineare che non è certo il primo episodio del genere che accade nel mondo della Formula Uno, il precedente più clamoroso è quello che avvenne nel Gran Premio d'Austria del 2002, lì Micheal Schumacher "sorpassò" il suo compagno di scuderia Rubens Barrichello a pochi metri dalla linea del traguardo distruggendo all'istante ogni ideale di sportività, lealtà ed etica, come fu da condannare ieri quindi c'è da farlo anche oggi, in quanto episodi del genere gravano pesantemente sulla reale cultura dello sport, sul rispetto di chi lo ama (addetti ai lavori ed appassionati) non che sulla credibilità della Formula Uno stessa, pertanto spero vivamente che simili episodi non si ripetano più per non distruggere ulteriormente lo splendido e leale spettacolo che tale sport è sempre stato capace di offrire.

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Ed eccomi qui, come promesso, sul mio nuovo blog, blog che come vedete ha semplicemente il mio nome, vi starete chiedendo il perchè, gius...