sabato 16 luglio 2022

Crisi di Governo: Movimento 5 Stelle, così diversi da diventare come loro

 

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte, Leader del Movimento 5 Stelle

Movimento Cinque Stelle, la rottura

È ormai noto che il Movimento Cinque Stelle ha deciso di rompere gli indugi e creare una spaccatura enorme all'interno della maggioranza, generando, de facto, una crisi di governo, con conseguente rischio di caduta dell'esecutivo.

In questo mio breve post, cerco di spiegare in modo semplice cause ed effetti di questa audace mossa del Movimento, o per meglio dire, di Giuseppe Conte, che, con il vento contrario di una parte del partito grillino (o di quel che ne rimane) ha deciso di percorrere questa strada.

Giuseppe Conte, perché questa scelta?

Chi non mastica il politichese fatica a comprendere le motivazioni che hanno portato il Movimento Cinque Stelle verso la mossa estrema, ovvero la sfiducia al governo (tecnicamente non si è trattato di una vera e propria sfiducia, ma di fatto si, ve ne parlerò nel resto del post). E bene, tutto nasce dalla separazione del numero due del partito (perché chiamarlo Movimento, ormai da qualche anno a questa parte non sarebbe veritiero) Luigi di Maio che ha portato via con se una sessantina tra deputati e senatori (anche qualcosa in più) cedendo la maggioranza relativa in parlamento alla Lega. Questo ovviamente ha notevolmente indebolito la forza politica dei pentastellati, generando all'interno del Governo uno squilibrio. Può una forza di governo decapitata e non più maggioritaria essere ancora preponderante all'interno della maggioranza? ovviamente no, e Giuseppe Conte lo sa. Pertanto aveva due opzioni:

- Tirare i remi in barca e diminuire la forza politica del Movimento all'interno del governo, rinunciando a dei cavalli di battaglia del suo partito (vedi salario minimo, indebolimento del reddito di cittadinanza, no al termovalorizzatore di Roma);

- Sfilarsi dalla maggioranza di governo ed aprire una crisi di governo ponendo un ultimo disperato ultimatum, della serie...se proprio devo affondare vi trascino tutti con me.

E bene, dalle cronache politiche degli ultimi giorni avrete compreso di come "Giuseppi" abbia optato per la seconda, seppur non in modo palese. Perché di fatto il Movimento non ha votato la sfiducia al governo, ma si è astenuto dalla fiducia ad un decreto, abbassando il quorum per l'approvazione e facendolo comunque approvare. Una chiara mossa da "cavallo di Troia" che, assimilandola ad un meme comprensibile anche alla generazione Z sarebbe... "fai cadere il governo senza dire che stai facendo cadere il governo".

Una mossa questa, da ognuno giudicabile lecita o non, saggia o meno. Ma che pone al Movimento un importante chance per racimolare ancora qualche voto, in vista delle possibili nuove elezioni. Un Movimento all'opposizione nel caso di un Draghi bis con una nuova maggioranza, potrebbe infatti ridare ai pentastellati un briciolo di consenso in più (portandoli sondaggi alla mano, poco al di sotto del 15%, presero quasi il 40% alle ultime politiche)

M5S: Tanto diversi da diventare come loro

Ed ecco quindi perché Giuseppe Conte ed il Movimento non sono poi così diversi dagli altri partiti. Non c'è nessuna differenza tra Matteo Salvini che fece cadere il "Conte 1" cercando di tornare al voto e raccogliere il massimo consenso ottenuto dalla Lega alle Europee (senza riuscirci). E non c'è nessuna differenza nemmeno tra Conte e l'altro Matteo (Renzi) nella caduta del "Conte 2". Son semplici giochi di potere, che il Movimento per carità è legittimato a fare, ma che non si dica più che lo stesso non sia un partito, perché ormai non ci crede più nessuno.

Crisi di Governo, cosa succede ora?


Ci sono tre possibile alternative, alcune delle quali potrebbero anche concatenarsi:

- Draghi prova a costruire una nuova maggioranza senza il Movimento, con parte dello stesso che confluisce nel governo, mozzando ulteriormente la forza politica dei pentastellati.

- Gran parte del Movimento si ribella alla mossa di Conte (sempre più parlamentari stanno facendo dichiarazioni in tal senso) mettendo di fatto il leader con le spalle al muro, costringendolo a farsi da parte;

- Il governo cade, con Lega e/o Forza Italia che colgono la palla al balzo e sfiduciano anch'essi il governo, portando il paese a nuove elezioni.

Medvedev
Il post di Medvedev



Quest'ultimo uno scenario plausibile, ma che di fatto bloccherebbe i fondi del PNRR e rallenterebbe ogni misura per arginare inflazione, crisi energetica e politica internazionale. (vedi il post di Medvedev, ex primo ministro russo e attuale braccio destro di Putin, che sberleffa l'occidente che elimina i suoi leader stendendo un tappeto rosso alla Russia).

Negli ultimi giorni, stanno giungendo appelli sul fronte nazionale ed internazionale, che la rinuncia a Mario Draghi sarebbe un danno enorme per l'Italia, con la perdita di fondi e credibilità da parte del nostro paese. A mio avviso Draghi resterà, con o senza Movimento si vedrà, ma resterà fino a fine legislatura. E poi chissà...

lunedì 11 aprile 2022

TikTok, demonio o opportunità?


Tutti conoscerete TikTok, il social numero uno per la Generazione Z, il cui numero di iscritti aumenta di mese in mese così come i contenuti pubblicati.

Molti demonizzano l'utilizzo di questo social, che, sempre secondo alcuni porta i giovanissimi a comportamenti insoliti, o peggio pericolosi. Il che è talvolta vero, ma è giusto condannare tale social in modo indiscriminato? La risposta per me è no, e vi spiego brevemente il perché.

TikTok è creatività


Attraverso TikTok è infatti possibile sviluppare ed esprimere la propria creatività a 360°. Certo non tutti hanno sempre qualcosa di valido da raccontare, ma riguarda indicativamente solo il 20% dei contenuti. Da ogni video (o quasi) è possibile trarre spunti ed elementi utili a crearne di nuovi.

TikTok è cultura


Molti sono i contenuti che su TikTok permettono d'imparare qualcosa di utile, come le lingue ad esempio, o la grammatica, o l'arte. Il tutto in modo più o meno giocoso, quest'ultimo forse il modo migliore per comunicare con la Generazione Z.

TikTok è influenza


Ed è proprio in questa fattispecie che potrebbe generarsi l'intoppo, ovvero la capacità di un singolo individuo d'influenzarne altre, molte altre, in modo positivo e negativo. Tuttavia la capacità d'influenza oggigiorno governa in modo imprescindibile il meccanismo basilare su cui i social media si fondono, in modo particolare TikTok ed Instagram. L'obiettivo sarebbe quindi, quello di esaltare i comportamenti virtuosi, viceversa ostacolare quelli dannosi. Su questo molto si è fatto negli ultimi anni, ma c'è ancora da lavorarci, ben consapevoli però di come sarà impossibile estirparne il marcio al 100%.

Demonio o opportunità?


A questo punto non resta quindi che rispondere alla domanda iniziale. TikTok è da demonizzare o può rappresentare una ricchezza per i nostri giovani (ma in generale per chiunque lo utilizza)?

Il punto centrale a mio avviso è uno, basterà rispondere alla domanda: Di chi è la colpa dell'uso improprio di TikTok (e dei social in generale)? Ovviamente la risposta non è semplice e univoca. Tuttavia ritengo necessario che l'utilizzo dei social debba essere vincolato da un'educazione di fondo. L'utilizzo malevolo dei social è infatti solo una conseguenza di altre problematiche, sociali, culturali ed educative alla base di ogni individuo.

Pertanto, prima di condannare in modo univoco i social (che per carità hanno le proprie responsabilità), chiediamoci cosa ha portato un individuo ad un comportamento scorretto nella pubblicazione o nell'emulazione di un contenuto, e cosa quindi può essere fatto alla base, a livello sociologico e nell'educazione dei nostri ragazzi.

Che ne pensate? 

mercoledì 23 marzo 2022

Comunicazione| L' abile Zelensky

Zelensky
Volodymyr Zelensky (AdnKronos)

Zelensky il comunicatore


Sorvolando volutamente le abilità attoriali e politiche del Presidente ucraino, voglio dedicare questo post alle abilità comunicative dell'attuale leader del governo dell'ex Repubblica sovietica.

Zelensky ha infatti tutte quelle abilità che un bravo comunicatore dovrebbe avere:

- Eloquenza e linguaggio alto ma non forbito (e politichese) ;
- Adattare parole e sintassi in base a contesto e pubblico. 
- L' utilizzo di frasi e similitudini che colpiscono il suo interlocutore.

I discorsi ai parlamenti stranieri


Il Presidente "guerriero" insomma si, è un bravo comunicatore, più che bravo oserei dire. 
Basti solo far riferimento ai suoi ormai molteplici discorsi rivolti ai parlamentari di numerose potenze mondiali (USA, Israele, Regno Unito, Germania, Italia). Se per gli States l'attuale situazione ucraina l'ha paragonata all'11 settembre, nel discorso fatto alla Knesset israeliana ha equiparato il tutto alla persecuzione nazista degli ebrei, parlando di "genocidio ucraino". Certo, generando non poche polemiche in Israele, ma comunque colpendo nel segno l'opinione pubblica di uno dei maggiori alleati economici della Russia di Putin.
In Italia il tono è stato assai minore, con una similitudine tra le città di Mariupol e di Genova, entrambi porti strategici dei rispettivi paesi. 

Qualcuno parla di pura retorica. Beh forse..., ma quanti politici avete ascoltato che hanno colto nel segno come Zelensky? Pochi.

Basta fare un paragone con l'attuale presidente americano Joe Biden, il quale, a livello comunicativo sta sbagliando tutto il possibile ed immaginabile, almeno a mio avviso. Dove oltre a provocare il Presidente russo Putin gettando benzina sul fuoco, non ha fatto molto altro...

Mi esimerò dall'esprimere giudizi politici, almeno in questo articolo. Magari, appena sarà tutto più chiaro sarà mia premura dirvi la mia su quanto sta accadendo. 

domenica 13 marzo 2022

EUROVISION 2022 - TUTTO QUELLO CHE C'è DA SAPERE

 


QUANDO E DOVE

Si terrà a Torino dal 10 al 14 maggio 2022 presso il PalaOlimpico.

CHI PARTECIPA?

Gran parte dei paesi dell'area UE e dintorni, più l'Australia, per un totale di 40 paesi.

MA COS' è L'EUROVISION?

Lo show musicale più seguito al mondo, con oltre 150 milioni di telespettatori che tra tv e streaming seguono lo show in diretta e in differita.

Lo show si tiene in Italia, in quanto il paese vincitore dell'edizione precedente ospita quella successiva. In virtù della vittoria dei Maneskin in quel di Rotterdam quindi, è quest'anno l'Italia il paese ospitante di quest'edizione 2022.

Torino è stata scelta dopo che la RAI e l'EBU hanno vagliato oltre dieci città candidate, tra cui Milano, Bologna e Pesaro.

La partecipazione all'evento è vincolata mediante l'acquisto dei biglietti, che, dovrebbero essere messi in vendita tramite piattaforma unica tra la fine di marzo e l'inizio del mese di aprile. Ma, se non doveste riuscire ad acquistarli niente paura. L'intera città di Torino sarà "addobbata" a festa e ci saranno vari modi per seguire gli show e conoscere gli artisti in gara, tra cui l'Euro Club e l'Eurovillage.

Non ci resta che attendere maggio quindi, e goderci lo show musicale più potente al mondo!

sabato 5 febbraio 2022

SANREMO 2022 | LE PAGELLE DI QUESTO FESTIVAL

 

Amadeus, conduttore per la terza volta consecutiva del Festival di Sanremo


Siamo arrivati all'epilogo di questo Festival di Sanremo 2022. Come ogni finale è giunto il momento dei bilanci e di dare un opinione circa quest'edizione del Festival, sotto tutti i punti di vista.

I CANTANTI IN GARA

Partiamo dagli artisti in gara (in ordine casuale):

ACHILLE LAURO - Quest'anno appare lapalissiano che la performance è molto superiore rispetto al brano. Il coro Gospel è sicuramente un plus, anche se l'effetto wow non c'è. VOTO 5,5;

AKA7EVEN - Uno degli Amici di Maria in gara, porta un brano fresco ed orecchiabile. Ovviamente non è nulla che rimarrà negli anni, e, si perde un po' troppo nel mucchio. VOTO 5,5;

ANA MENA - Un brano allegro, ma eccessivamente banale. Un neomelodico smisurato, e assai inferiore rispetto ai suoi celebri successi estivi. Poteva portare di meglio? Si. Ma poteva anche andar peggio, almeno è intonata. VOTO 5;

DARGEN D'AMICO - Pezzo energico, roboante e attuale. Forse ha già stancato dopo cinque serate, ed è infatti già precipitata in classifica. Ma andrà forte con gli streaming e sulle spiagge. VOTO 6,5;

DITONELLAPIAGA feat. RETTORE - La Rettore fa la Rettore. Ben accompagnata da Ditonellapiaga che la supporta e le tiene testa. Un pezzo che smuove e mette energia. Probabilmente sparirà dalla circolazione poco dopo il Festival, ma a Sanremo ci sta benone. VOTO 6,5;

Elisa


ELISA - Andrò controcorrente, ma per me Elisa non ha portato uno dei suoi migliori pezzi. Ma resta comunque un pezzo di qualità ed interpretato in maniera sublime. Vincerebbe lei a mani basse, se non fosse per Blanco e Mahmood. VOTO 7,5;

EMMA - Personalmente ho trovato il suo brano al di sopra delle mie aspettative. Brano energico, ben interpretato e d'impatto. VOTO 7-;

FABRIZIO MORO - Trovo il pezzo abbastanza standard, sulla falsariga del classico brano alla Fabrizio Moro. Il problema è che si perde nel mucchio, e la classifica fino ad ora è stata fin troppo generosa con lui. VOTO 5,5;

GIANNI MORANDI - Molti lo han trovato fuori luogo. Io invece lo trovo assolutamente nel suo elemento. Capace di rinnovarsi ed adattarsi ai tempi moderni mettendosi in gioco. La mano di Jovanotti si sente, fin troppo. Ma è un pezzo che resterà e farà muovere il popò la prossima estate. VOTO 7;

GIOVANNI TRUPPI - Da lui mi aspettavo un brano impegnato. Tuttavia dopo quattro serate non è riuscito ancora a colpirmi, e dubito fortemente che lo farà stasera. I look improbabili e la più totale trasparenza tra palco e media non ce la faranno ricordare più già da lunedì (solo perché domenica sarà da Zia Mara). VOTO 5;

GIUSY FERRERI - Il brano non è neanche male, molto Mannarino style. Il testo è passabile, il problema per quanto mi riguarda è la sua voce, che non reggo proprio. Però qualche posizione in più nella classifica finale la meriterebbe pure, ma solo per i pregi sopracitati. VOTO 5,5;

HIGHSNOB E HU - Da perfetti sconosciuti, devo dire che il brano non è così male. Di certo un pezzo che non sopravvivrà alla bolla sanremese. Magari però loro produzioni future potrebbero anche funzionare, insieme o singolarmente. VOTO 5,5;

IRAMA - Pezzo che non mi fa impazzire. Però lui ci crede in questo brano e lo interpreta con un'energia e con una convinzione estremamente convincente, tanto da renderlo comunque interessante. Potrebbe giocarsi il podio stasera. VOTO 6,5;

IVA ZANICCHI - Brano che definire antiquato è riduttivo. Ma lei ad ottant'anni e passa canta ancora divinamente, al di là dei suoi scivoloni politicamente scorretti. VOTO 5,5 (solo per la voce);

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA - Ho trovato "Amare" di gran lunga migliore del pezzo di quest'anno. Brano assolutamente piacevole ed energico e che in radio andrà non forte, di più. VOTO 7;

LE VIBRAZIONI - Forse il brano più anonimo che hanno mai realizzato. Totalmente anonimi. VOTO 5;

Mahmood e Blanco con Amadeus


MAHMOOD E BLANCO - Il duo funziona alla grandissima, tra i due c'è chimica, e si vede. Un'amalgama che buca lo schermo. Blanco farà strada, tanta, tantissima strada. Attendo il loro trionfo stasera. VOTO 8;

MASSIMO RANIERI - No, non è Perdere l'Amore. Questo è un pezzo che dopo la bolla sanremese si perderà. Sia chiaro eh, non è brutto, ma personalmente non mi emoziona come altre interpretazioni di Ranieri. VOTO 6;

MATTEO ROMANO - Prima del Festival non avrei scommesso un centesimo su questo ragazzino. Miracolato a Sanremo Giovani, arriva al festival con un pezzo interessante, dai suoni ammalianti e che ci cuce piuttosto bene su di lui. VOTO 6,5

MICHELE BRAVI - Michele è uno che mi crea da sempre un contrasto interiore. Una sorta di amore e odio. Il brano non mi fa strappare i capelli, ma richiede numerosi ascolti per essere apprezzato al meglio. Molto probabilmente lo adorerò tra qualche settimana. I suoi outfit non li reggo proprio... VOTO 6+;

NOEMI - Il brano non è affatto male, però ancora una volta si perde nel mucchio, e passa sul palco al limite dell'anonimato. E la classifica generale lo dimostra ampiamente. VOTO 6;

RKOMI - Se mi chiedete come fa il pezzo, non ve lo so canticchiare. C'è bisogno che aggiunga altro? Mezzo voto in più solo per il fisichetto dai. VOTO 5,5;

SANGIOVANNI - Ecco l'altro amico di Maria. Sangio non incontra il mio gusto, non è il mio genere e mi innervosisce pure. Ma devo riconoscere che il suo lo sa fare, ed oggettivamente, non stona sul palco dell'Ariston. Attenzione a lui per il gradino più basso del podio stasera. VOTO 6;

TANANAI - Il suo pezzo non è nemmeno male eh, ma intendiamoci, lui non sa cantare, e appare fin troppo convinto di se e delle sue capacità. Sparirà dalla circolazione dopo questo festival, e va benissimo così. VOTO 5;

YUMAN - Sinceramente il suo pezzo non mi dispiace, e lui canta discretamente bene. Tuttavia il brano si perde nel mucchio. VOTO 6.

LE PRESENTATRICI

Le presentatrici di Sanremo 2022 (da in alto a sinistra): Ornella Muti, Sabrina Ferilli, Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Lorena Cesarini



Ornella Muti, VOTO 4 - Anonima, silenziosa, taciturna. Sembrava fosse lì per fare un favore ed eseguire (male) il compitino. 

Lorena Cesarini, VOTO 4,5 - Visibilmente totalmente fuori dal suo contesto. Si è lasciata sopraffare dall'emozione e non è riuscita a dimostrare le sue capacità (se effettivamente ci sono). Apprezzabile il monologo.

Drusilla Foer, VOTO 7 - Personaggio "divisivo", che sicuramente, chi non ha una mentalità aperta, non avrà apprezzato. Classe, ironia, professionalità e simpatia sono state le virtù che è riuscita a portare sul palco del teatro Ariston.

Maria Chiara Giannetta, VOTO 7,5 - Giovane si, ma già pronta, capace, preparata e professionale. E con una verve comica assolutamente inaspettata (seppur già vista nella fiction "Blanca"). Sicuramente è l'astro nascente della tv e del cinema italiano, ben venga.

Sabrina Ferilli, VOTO SV - Si esibirà soltanto stasera, ma Sabrina Nazionale è un nome, una garanzia. Son certo che stasera ci coinvolgerà con la sua travolgente simpatia.

E voi siete d'accordo con i miei giudizi? fatemelo sapere commentando l'articolo qui o sui miei social. Possibilmente con rispetto e dialogo, cosa che purtroppo ho più volte visto mancare in questi giorni.



sabato 6 febbraio 2021

GOVERNO DRAGHI | UNA SCONFITTA O UN'OPPORTUNITÀ?

 

Mario Draghi, Presidente del consiglio incaricato(Foto:Fabrizio Corradetti, ZOOMPRESS)

Ormai da più di una settimana, la caduta del governo Conte (bis), ha innescato i meccanismi democratici volti alla ricerca di un nuovo assetto governativo capace di mandare avanti il paese. Scongiurando ad ogni costo un ritorno al voto che avrebbe rallentato la macchina governativa relativa agli urgenti impegni da portare avanti (vedi gestione della pandemia e fondi europei), il Presidente della Repubblica Mattarella ha così optato per affidare l'incarico all'ex dirigente della banca centrale europea, Mario Draghi. Una figura senz'altro illustre, preparata ed autorevole capace di guidare il paese in un momento delicato come quello che stiamo vivendo da un anno a questa parte.

Ma si tratta di una sconfitta per la politica italiana o di un opportunità per il paese?

In parole povere si tratta di un'opportunità per tutti. In primis per i partiti politici che, usciti frammentati e divisi dall'ultimo governo Conte, si ritrovano ora nuovamente insieme, guidati da un leader (non politico) perfettamente conscio delle ricette di cui il nostro paese ha bisogno:

- Riforme capaci di diminuire la burocrazia che impedisce il corretto utilizzo dei fondi europei;

- Una gestione del piano vaccinale condivisa con tutta l'Europa;

- Un utilizzo dei fondi provenienti dal Recovery Fund mirato, controllato e rendicontato su ogni euro speso;

- La gestione del progetto europeo per i giovani, "New generation you".

In secundis è un'opportunità per tutto il paese, e quindi anche per i suoi cittadini. Da notare come tutti i più recenti sondaggi, nonostante l'apprezzamento per la gestione di Conte, superino il 50% dei consensi sull'ipotesi della nascita di un governo a guida Draghi, ipotesi ormai sempre più concreta. E non da meno (che piaccia o no) l'ex governatore della BCE è una personalità che gode della più totale ed incondizionata fiducia dell'Europa, che volente o nolente determina le scelte economiche anche del nostro paese.

Terzo, è un occasione anche per i partiti di rilanciare le loro proposte in seno alle forze di maggioranza. L'occasione di avere alla guida del paese una persona lungimirante e capace di cogliere, ascoltare e riunire gran parte delle forze politiche presenti in Italia, è un'opportunità per tutti i partiti di fare la storia. Ed infatti, nelle ultime ore, anche quei partiti più scettici ed ottusi alla corrente politica europeista si stanno ricredendo (vedi Lega)

Stiamo parlando davvero di un occasione storica, alla pari del compromesso storico tra la Democrazia Cristiana ed il PCI o, se vogliamo andare ancora più indietro, al dialogo tra De Gasperi e Togliatti nell'immediato dopoguerra. Ed i partiti (ed i politici che ne detengono le redini) non sono affatto sciocchi. Chi di loro non vuole essere protagonista di un'alleanza storica volta alla rinascita di un paese?Ve lo dico io, nessuno. O quasi...

mercoledì 20 gennaio 2021

GOVERNO CONTE: LA FIDUCIA C'È, MA...

 

Un frame dell'emiciclo del Senato, a palazzo Madama (web)

E' caduto il governo Conte? è questa la fatidica domanda che molti italiani si stanno ponendo, all'indomani del voto di fiducia al Senato. Voto che ha visto la maggioranza raggiungere quota 156 voti a favore contro i 140 invece sfavorevoli, 16 gli astenuti (praticamente tutti i senatori aderenti ad Italia Viva, il partito che fa capo a Matteo Renzi).

Cosa significano questi numeri? come vanno interpretati? Beh, non è semplice leggerli, perché dietro ad ogni numero c'è un nome, un cognome ed un appartenenza politica ben precisa. Tra i 156 favorevoli che hanno votato la fiducia al governo ci sono infatti:

- 2 appartenenti all'opposizione (due senatori di Forza Italia, prontamente espulsi dal partito);

- 6 senatori a vita (tra cui si annoverano i nomi di Liliana Segre e Mario Monti)

Alcuni ex senatori del Movimento Cinque Stelle, tra cui troviamo Gregorio De Falco (alias "Salga a bordo caxxo!) e Lello Ciampolillo. Due figure molto diverse tra loro, ma che fino a poco tempo fa, aderivano alla stesso credo politico, quello del Movimento di Grillo per l'appunto. Oggi sono senatori fuoriusciti, e, per ragioni differenti, hanno entrambi votato favorevolmente al governo Conte.

Il senatore Ciampolillo tra l'altro è balzato agli onori della cronaca per alcune sue dichiarazioni, quali ad esempio quella di curare la Xylella con il sapone (relativamente al problema degli ulivi malati in Salento), non che, non ha certo nascosto la sua ambizione a diventare Ministro dell'Agricoltura (posto lasciato vacante dalla renziana Bellanova), insomma, un personaggio piuttosto eclettico.

Lello Ciampolillo, senatore della Repubblica Italiana 
appartenente al gruppo misto, ex del M5S


Il problema principale è però un altro. Come e quando Conte potrà consolidare questi numeri? difficile dirlo. Nelle prossime settimane certamente il premier tenterà svariate strade per impedire al suo governo (il secondo) di cadere. Ma il percorso non è assolutamente semplice, per svariate ragioni:

1) Basterà che i senatori di Italia Viva (che in tutto sono 18) votino contrariamente in una delle prossime votazioni, per far andare il governo in parità o addirittura in minoranza, e quindi, di fatto, far bocciare un determinato provvedimento. Ciò significherà che il governo non avrebbe più la maggioranza al Senato e sarà quindi impossibilitato a governare, a meno che non trovi altri 18 o più voti che vadano a colmare il vuoto fiduciario lasciato dal partito di Renzi. Questo però vorrebbe dire dire sfondare quota 170 voti a favore, ipotesi che al momento sembra piuttosto utopica;

2) Come far convivere una maggioranza variegata e poco omogenea, composta da membri dell'attuale coalizione di governo, senatori a vita, ex pentastellati e ribelli dell'opposizione?;

3) I senatori che ieri hanno votato la fiducia al governo, continueranno a votare a suo favore anche nel prossimo futuro? Pensiamo ancora una volta ai senatori a vita o ai due di Forza Italia (ormai ex);

4) Ma governare, non vuol dire solo avere i numeri in parlamento, ma anche far quadrare e funzionare le varie commissioni. Quest'ultime hanno il compito di proporre, discutere, scrivere e portare poi in parlamento quanto da loro approvato. Ci sono varie commissioni: quella sulla giustizia, quella per la riforma elettorale, etc....

Se, con la fuoriuscita di Italia Viva del governo, non ci sarà nessuno che rimpiazzerà loro all'interno delle commissioni, come sarà possibile procedere con i lavori parlamentari?

Insomma, di fatto, il voto di ieri, è stato solo un prolungamento della crisi, volto a mettere il tutto in una sorta di stand-by, alla ricerca di nuovi "volontari" disposti a sostenere il governo mediante trattative sottobanco, accordi o un nuovo programma destinato ad un governo di scopo, che duri sino al termine della legislatura.

Questo vuol dire compromesso, rinunce, ridimensionamenti e politiche destinate a dover accontentare una fetta più ampia di quella attualmente al governo (composta ora solo dal Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle) e che è quindi alla ricerca di un nuovo gruppo che sostenga la maggioranza. Si parla del partito di Clemente Mastella, con il quale le trattative proseguono, si parla dei socialisti di Nencini (che ieri, un pò a sorpresa, ha votato favorevolmente), si parla degli appartenenti al gruppo misto (i fuoriusciti dai vari partiti nei mesi precedenti). Ma è lecito per un governo restare aggrappati ad ogni voto e dover dar conto ai "capricci" di ogni singolo pur di estorcere loro un "Sì"? La risposta sembra piuttosto ovvia, e nei prossimi giorni scopriremo in quale direzione Conte e soci vorranno dirigersi, se verso un tentativo di mediazione con nuove forze politiche oppure se abdicare, e andare quindi a nuove elezioni, come il centrodestra decanta ormai da tempo immemore.

BENVENUTI SUL MIO NUOVO BLOG

Ed eccomi qui, come promesso, sul mio nuovo blog, blog che come vedete ha semplicemente il mio nome, vi starete chiedendo il perchè, gius...