martedì 30 ottobre 2018

[ATTUALITA'] OMOFOBIA, LA STORIA DI AHMET YILDIZ

Ahmet Yildiz
Ahmet Yildiz(1982-2008)

Ahmet Yildiz è un ragazzo come tanti, in una Turchia con le sue mille dissonanze e contraddizioni, in una Turchia tanto aperta al mondo quanto chiusa al suo interno, in una Turchia tanto progressista quanto retrograda, Ahmet Yildiz è un ragazzo a cui piacciono altri ragazzi e che si batte attivamente per il riconoscimento dei diritti lgbt nel suo paese, ma ciò la sua famiglia non lo accetta.

Ahmet nasce infatti in una famiglia curda benestante e molto conservatrice che non tollera minimamente ciò che è diverso dalla tradizione, vive i suoi primi anni a Sanliurfa (o semplicemente Urfa), una cittadina dell'Anatolia sud orientale, ma ad Ahmet questa realtà sta stretta, lui vuole studiare, imparare, partecipare alla vita attiva del suo paese, lottare per rendere la Turchia un posto più libero, sotto ogni aspetto.

Una volta giunto ad Istanbul Ahmet entra in un associazione lgbt e si rende protagonista diretto di manifestazioni, proteste e lotte volte ad un miglioramento dei diritti degli omosessuali in una paese fortemente islamico e tradizionalista come la Turchia, e dovete sapere che ciò in una realtà come quella comporta l'avere tanti amici, ma molti più nemici, famiglia compresa, ed è proprio a causa della sua famiglia che Ahmet, in un giorno di Luglio come tanti, in una sera calda e afosa, venne raggiunto da quattro colpi di pistola, due dritti al petto che non lasciarono lui scampo alcuno, la vita di Ahmet finiva lì, quel giorno, su quel marciapiede del quartiere Uskudar di Istanbul, ucciso da quel padre che provava per lui un amore quasi perverso, tanto da rendere il "delitto d'onore" l'unica speranza di salvezza per quel figlio che in cuor suo sapeva fosse diverso ma di cui non ne aveva mai accettato l'idea, fino a quando non fu Ahmet stesso a dire apertamente alla sua famiglia della sua omosessualità, di ciò che era e voleva essere, decretando così di fatto la sua condanna a morte.
Tuttavia Ahmet non è morto in quel 15 Luglio 2008, da quel giorno molti attivisti lgbt turchi e non solo sono stati spinti, in modo ancor più deciso, a lottare per i loro diritti e la loro dignità di esseri umani, molto spesso calpestata.

Dovete sapere ad esempio che in Turchia è presente la leva obbligatoria e che dichiararsi gay ne permette l'esenzione, ma ad un prezzo molto alto, bisogna infatti dimostrare la propria omosessualità consegnando alle autorità foto e video che lo testimoniano in modo inequivocabile, e talvolta subire torture e violenze, le autorità turche per questo motivo infatti sono in possesso della "più grande collezione pornografica gay del mondo", e ciò in un paese che, almeno fino a qualche anno fa, si dichiarava progressista e pronto per entrare in Europa è assolutamente inaccettabile.

Ho voluto parlare di lui al presente, come se fosse ancora qui, perchè Ahmet è e deve essere un simbolo per la lotta contro l'omofobia, non solo in Turchia o in paesi dove essere omosessuali è addirittura reato, ma in tutto il mondo! Anche in realtà dove apparentemente c'è più libertà si nasconde la derisione, lo scherno, la violenza e l'esclusione di persone che non fanno altro che amare un proprio simile, è per questo che Ahmet deve essere la nostra famiglia, il nostro simbolo, un faro! E non solo per la comunità gay, ma per chiunque riconosce libertà, democrazia e rispetto come valori fondanti del proprio essere.

#Ahmetismyfamily è l'hashtag che fu lanciato all'epoca per sensibilizzare il mondo su questo efferato omicidio, che ancora oggi purtroppo non vede colpevoli accertati per colpa di una giustizia turca lassista e menefreghista, ma che speriamo prima o poi faccia definitamente luce sulla vicenda.

Da questa orribile storia è stato tratto un meraviglioso film dal nome "Zenne Dancer"(Disponibile su Netflix) che racconta passo passo la vita di Ahmet, dei suoi amici e della realtà turca di qualche anno fa, ma ancora oggi terribilmente attuale, se non peggiorata.

Spero che questo articolo sensibilizzi voi lettori sul tema dell'omofobia e che la terribile storia di Ahmet possa invogliare noi tutti a vivere più in pace con il mondo, senza congetture o ideali che ostacolino la libertà di ognuno, per qualsiasi cosa che siamo o che vogliamo essere...


ahmet yildiz
Manifestanti che durante un Pride chiedono giustizia per Ahmet



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