mercoledì 7 novembre 2018

[POLITICA] USA, MIDTERM, RISULTATI ELETTORALI

midterm
(Cbc.ca)



Ci siamo!O come direbbero gli americani "Here we are!"
Gli americani la scorsa notte hanno votato per rinnovare quasi completamente la composizione della Camera (House) e per un terzo quella del Senato (Senate), e ciò ha condizionato notevolmente i prossimi due anni dell'amministrazione Trump, presidente che ha strumentalizzato tantissimo queste elezioni di medio termine incentrandole in una sorta di referendum su di se, e possiamo sintetizzare che non l'ha vinte, ma non le ha nemmeno perse, per il partito in carica (in questo caso i Repubblicani) è sempre uno scoglio notevole uscire senza le ossa rotte dalle elezioni di midterm (si possono infatti contare sulle dita di una mano le volte in cui il partito del Presidente ne è uscito vincitore), ma Trump ha resistito.

Andiamo a scoprire ora, nel dettaglio, alcuni dei risultati più importanti e decisivi decretati durante una notte lunga e combattuta voto su voto, ci sono da fare alcune premesse però:

Sono state delle elezioni assai particolari che eleggevano deputati, senatori, governatori ed anche una manciata di referendum riguardanti varie tematiche (uso ricreativo della Marijuana, aborto e diritto di voto per gli ex detenuti), una platea di candidati estremamente variegata, tantissime donne candidate(e poi elette) e frutto della chiara contrapposizione con la misoginia trumpiana e delle noti vicende recenti (vedi Kavanaugh), duelli a sorpresa combattuti all'ultimo voto (vedi Cruz vs O'Rourke in Texas) ed una campagna elettorale costosissima e quasi paragonabile alla spesa per le Presidenziali, non che una notevole affluenza alle urne, fattore che sarebbe potuto essere favorevole ai dem ma non lo è stato, o almeno non come avrebbero voluto.

RISULTATI ELETTORALI

I Democratici hanno conquistato la Camera (House) ottenendo la maggioranza dei seggi, a spoglio ancora non ultimato infatti i dem hanno già 218 seggi, sufficienti per restare davanti ai repubblicani che si fermano a 193 e con solo 24 seggi ancora da assegnare.

Il Senato(Senate) sarà invece in mano Repubblicana che consolidano la maggioranza che già avevano, ottenendo 52 seggi contro i 45 dei democratici, e mancano solo 3 seggi da assegnare.

Come mai questo "split"?Questa suddivisione diversa tra Camera e Senato?

Come detto all'inizio la Camera veniva rinnovata quasi nella sua totalità, pertanto votava ogni singolo stato, città, paese e villaggio degli Stati Uniti, mentre per il Senato (che si rinnova per un terzo ogni sei anni) si votava solo in alcuni stati, per lo più di matrice repubblicana, per questo è maturata (come da previsione) questa spaccatura tra le due ali del parlamento.

I FOCUS, FLORIDA E TEXAS

Scendiamo nel dettaglio ora e proviamo ad analizzare quelle che sono state le sfide chiave di questa elezione, o perlomeno quelle più interessanti e determinate entrambe in una sfida all'ultimo voto.

Beto O'Rourke, candidato
democratico sconfitto in Texas
(Tpi.it)
Se tendenzialmente la Florida è sempre stato uno Stato "Too close to call", ovvero in cui è sempre difficile determinare chi ne esca vincitore, il Texas è Repubblicano da trent'anni, ma mai come stavolta i democratici sono stati vicinissimi dal conquistarlo grazie al carismatico Beto O'Rourke, che per una manciata di voti non è riuscito a strappare il seggio ad uno dei capisaldi del partito repubblicano come Ted Cruz (già sfidante di Trump nelle primarie per la Casa Bianca tre anni fa), tuttavia seppur i democratici siano andati così vicini dal vincere entrambi i seggi alla fine li han persi, e negli States la differenza tra vittoria e sconfitta è spesso talmente sottile da determinare analisi completamente opposte davvero per una manciata di voti.

In Florida si è votato sia per le elezioni per il Senato che per il governatore, non che per un referendum sul concedere o meno il diritto di voto agli ex detenuti (fino ad oggi loro negato) ed è stato approvato, per il "Senate" invece il Repubblicano Rick Scott è in leggero vantaggio sul democratico Bill Nelson, ma al momento nessuna testata americana si è sbilanciata nell'assegnare il seggio all'uno o all'altro candidato, per quanto riguarda l'elezione a governatore invece Ron De Santis (Repubblicano) ha avuto la meglio sul democratico Andrew Gillum, e questa è una vittoria significativa per Trump, non tanto dal punto di vista politico, ma De Santis è molto vicino per idee, modi e impostazione politica al Presidente in carica.

LE PERSONALITA' DI QUESTE ELEZIONI

Alexandria Ocasio-Cortez, eletta
deputata per lo Stato di
New York
(Cnbc.com)
Oltre al già citato Beto O'Rourke che ha rischiato di vincere in uno stato praticamente blindato dai Repubblicani, va sicuramente segnalata Alexandria Ocasio-Cortez come donna più giovane ad essere eletta in qualità di deputata nello Stato di New York, ancora in bilico invece la nomina per il governatore della Georgia in cui è presente nella corsa la deputata Stacey Abrams, un'altra donna che potrebbe dire la sua nel futuro del partito democratico, infine ci tengo a sottolineare l'elezione di un governatore apertamente gay in Colorado, Jared Polis.


IL VERDETTO

Bene, bene, tutto molto interessante, ma in soldoni ( vi starete chiedendo) cosa succederà ora per Trump? e quali speranze hanno i democratici di ribaltare la frittata tra due anni? proverò a rispondere alle vostre domande.

Trump avrà sicuramente la vita un pò più difficile ora, con i democratici in netta maggioranza alla Camera infatti avrà un opposizione più forte ed efficace, potrebbero presentare lui degli esposti, richiedere dei chiarimenti sulle sue politiche e bocciare ogni sua grande riforma (che per essere approvata deve avere la maggioranza in entrambe le camere, cosa ora piuttosto improbabile), molti parlano da tempo d'impeachment, e bene, i Dem potrebbero costruire il castello per provare a rimuovere Trump dalla Casa Bianca, ma se alla camera i dem hanno bisogno della maggioranza semplice per procedere, al Senato (a maggioranza repubblicana) hanno bisogno dei due-terzi dei voti per defenestrare Trump, cosa assai complicata (a meno che il " biondino" non faccia qualcosa che mandi su tutte le furie più della metà dei suoi senatori).

Per quanto riguarda il fronte democratico in vista delle elezioni presidenziali del 2020 è tutto molto incerto, è vero hanno vinto la camera, è vero tendenzialmente hanno 8 punti percentuali di vantaggio (su base nazionale) nei confronti dei democratici, ma sappiamo come è andata due anni fa vero?ovvero con Hilary Clinton sconfitta con tre milioni di voti in più rispetto al suo avversario (per via dell'affascinante sistema elettorale americano), inoltre i democratici al momento non hanno un candidato bello e pronto da schierare e due anni non sono molti per trovarne uno che possa sconfiggere quello Repubblicano, che, dopo queste elezioni di midterm è ancora lui, Donald J. Trump.

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