Ursula Von der Leyen, Presidente della commissione europea |
In questi giorni di piena emergenza per via della pandemia di Coronavirus si sta scrivendo la storia, anche in chiave Unione Europea, che ce ne si renda conto o meno il futuro dell'Europa per come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi si gioca in queste settimane e nei prossimi mesi.
Belle parole, sostegno morale e chiacchiere fanno piacere, ma servono azioni concrete, soldi, materiale sanitario ed UN PIANO ECONOMICO PER SOSTENERE QUEL CHE SARÀ. In piccola parte ciò è avvenuto attraverso il momentaneo stop del "Patto di stabilità" che bloccava la possibilità dei singoli paesi di poter spendere oltre una percentuale prestabilita rispetto al proprio debito pubblico, e paesi come Germania, Francia ed Austria hanno sostenuto in parte la fornitura di materiale sanitario necessario al nostro paese, altri no (vedi Repubblica Ceca che ha intascato 1 milione di mascherine destinate al nostro paese), i tedeschi stanno addirittura ospitando alcuni dei nostri malati nei loro ospedali, e ciò è sicuramente encomiabile.
Tuttavia i problemi stanno sorgendo sulla visione a lungo termine e cioè sul come fronteggiare nei prossimi mesi la crisi economica che si sta generando, ed è qui che l'Europa si mostra disunita, frantumata, disinteressata ai problemi dell'altro e scollegata dalla realtà, paesi come Austria, Germania e Paesi Bassi si dicono assolutamente contrari ad una condivisione collettiva del debito dei vari paesi in modo che chi è più ricco sostiene chi è più povero, in poche parole CONDIVISIONE.
Ciò che mi chiedo a questo punto è: A COSA SERVE L'EUROPA se non a condividere e sostenersi a vicenda? specialmente in un momento d'emergenza storica come questa? Se ognuno continua a pensare al proprio orticello l'Europa non andrà molto lontano e si sfalderà pezzo dopo pezzo, e le conseguenze potrebbero essere molto più gravi di quel che pensiamo, divisi non si va lontano, ma di fatto non lo siamo già?
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